- Apr 6, 2024
Storie dal Pianeta Terra - Gannets
- Emozioni Fotografiche
Sono sempre stato affascinato dai gannets, “sule” in Italiano, per via della loro straordinaria bellezza e del loro elaborato rituale amoroso. Questi meravigliosi uccelli hanno linee e colori che li rendono un soggetto fotografico straordinario. In più, le coppie sono monogame e rinnovano il proprio legame con elaborati rituali durante i quali i due uccelli incrociano il becco, puntandolo verso l’alto ed effettuando una vera e propria danza, prima di prendersi vicendevolmente cura del partner. È una incredibile danza d’amore, uno spettacolo della Natura che da tempo sognavo di riprendere. L’occasione si è presentata nel Luglio del 2022 e non ho esitato a fare i biglietti e pianificare una settimana intera di fotografia sulla costa orientale dell’Inghilterra, per la precisione sulle scogliere di Bempton Cliffs.
I gannets nidificano sulle isole e sulle coste scoscese del Canada, della Groenlandia, dell'Islanda e dell'Europa nord-orientale, svernando nel Golfo del Messico, in Marocco e nel Mediterraneo. Trascorrono la maggior parte della propria vita, al di fuori del periodo di nidificazione, sull’acqua. Le colonie sono estremamente fitte di nidi fatti di alghe, rami e fango, in cui le sule covano un singolo uovo per sei o sette settimane. Si tratta di uccelli molto grandi, che possono raggiungere un’apertura alare di 2 metri. Per prendere il volo hanno bisogno di un buon vento sotto le ali. Sulla terra ciò significherebbe un inizio di corsa ma questi uccelli sono molto goffi sulla terraferma, motivo per cui nidificano esclusivamente sulle scogliere scoscese, da cui possono sfruttare le correnti termiche ascensionali per prendere il volo.
Il caso e la cortesia dello staff Fujifilm hanno voluto che avessi l’opportunità di provare in questo viaggio una fotocamera e un obiettivo nuovissimi, espressamente pensati per la fotografia di sport e natura: la fotocamera X-H2s ed il nuovo obiettivo zoom 150-600mm. La fotocamera è della quinta generazione della serie X e tra le sue caratteristiche più interessanti per un fotografo naturalista come me c’è un autofocus molto migliorato, che ora include anche il riconoscimento automatico di soggetti animali, con tracking, ad esempio, dell’occhio degli uccelli. Non vedo l’ora di provare questa nuova funzionalità, che promette di semplificare grandemente il mio lavoro. Normalmente la procedura standard che seguo, ad esempio nei ritratti di animali, è mettere a fuoco l’occhio con il punto singolo centrale, bloccare la messa a fuoco e ricomporre l’inquadratura prima dello scatto. L’operazione va ripetuta ad ogni foto, anche all’interno di una sequenza. Sebbene abbia perfezionato negli anni questa tecnica al punto da utilizzarla in modo del tutto automatico, un sistema di autofocus che tenesse automaticamente a fuoco l’occhio mi consentirebbe maggiore rapidità di esecuzione ed un minor numero di occasioni sprecate. Altre caratteristiche interessanti della H2S, che utilizza un nuovo sensore “stacked” che consente una grande velocità nella lettura dei dati, è una sostanziale assenza di rolling shutter, che di fatto consente di utilizzare in modo esclusivo l’otturatore elettronico, più veloce e silenzioso di quello meccanico. Con l’otturatore elettronico la H2S arriva infatti al sorprendente numero di 40 fotogrammi al secondo. Giusto il tempo di familiarizzarmi con la nuova fotocamera, che è un modello di pre-produzione per il quale non è ancora disponibile il manuale, e sono su un volo per Manchester.
La sula è il più grande uccello marino della regione del Mare del Nord. La colonia di sule sullo Scottish Bass Rock esiste da secoli ed è da questo scoglio che l'uccello ha preso il nome scientifico (sula bassana) e l'antico nome olandese (bassaanse gans). Dopo che la femmina ha deposto l’uovo entrambi i genitori, a turno, lo covano in un modo insolito: usando il calore dei loro piedi. La cura extra è necessaria, poiché le sule depongono solo un uovo all'anno. Il piccolo viene nutrito per tre mesi. Le sule giovani sono facili da riconoscere per il loro piumaggio bruno-grigiastro con macchie bianche. Per catturare la sua preda, l'animale si tuffa direttamente in acqua da un'altezza di 30 metri. Ripiegando le ali all'indietro e allungando il becco verso il basso, raggiunge una velocità prossima ai 100 chilometri orari. L'enorme impatto con l’acqua viene assorbito da un cranio rinforzato e da un cuscino d'aria protettivo sotto la pelle, una specie di airbag. Una volta sott'acqua continua la sua caccia, prima tuffandosi per i primi quattro metri e poi nuotando dietro al pesce spaventato. L’aspetto più affascinante del loro comportamento tuttavia è per me il poetico rituale di coppia: quando un membro della coppia è in procinto di prendere il volo “saluta” protendendo il becco verso l’alto e alzando prima una zampa e poi l’altra. Quanto torna al nido i due uccelli rinnovano il proprio legame con un’elaborata danza in cui i becchi si incrociano, si sfiorano e le teste vengono ruotate da un lato all’altro, prima che ciascun animale si prenda cura delle piume del partner.
Già dopo poche ore mi rendo conto che il lavoro qui non sarà facile: gli uccelli sono più lontani di quanto avessi immaginato. A maggior ragione sono felice della notevole lunghezza focale (equivalente 900mm) del nuovo 150-600mm! Questo obiettivo mi sorprende per leggerezza e maneggevolezza. Gli ingegneri Fujifilm hanno preso la decisione di sacrificare un terzo di stop di luminosità (a 600mm la massima apertura è f8) a favore di un minore peso e ingombro. La scelta mi trova completamente concorde: è un piacere usare questo obiettivo, che non ho problemi ad utilizzare anche a mano libera. Del resto nel mio tipo di fotografia è molto raro scattare ad aperture maggiori di f8 per via della ridotta lunghezza focale, quindi un terzo di stop di minore luminosità non rappresenta una limitazione. La sensazione è che questo obiettivo non sia significativamente più pesante o ingombrante del mio fidato 100-400mm.
La difficoltà principale nel mio lavoro si rivela quasi subito essere la gestione della luce: il contrasto è molto elevato per buona parte della giornata ed anche all’alba e al tramonto, per via dell’esposizione delle scogliere, è facile trovarsi in controluce. Le immagini migliori si ottengono con il cielo coperto, quando le nuvole diffondono la luce che diventa morbida e poco contrastata. Tuttavia nella settimana in cui si svolge il mio reportage le nuvole scarseggiano ed il cielo è quasi sempre limpido. Normalmente gestisco queste situazioni con l’aiuto di un flash, usato come riempimento. Tuttavia qui gli uccelli sono troppo lontani, fuori dalla portata del mio X500. L’esperienza è tuttavia emozionante: sono quantomai felice di trovarmi di nuovo a contatto con la Natura e nel mio ambito, la fotografia di wildlife, dopo un lungo stop dovuto alle restrizioni covid, e sono certo che con la giusta determinazione e perseveranza riuscirò a portare a casa un buon reportage.
Con l’utilizzo sul campo imparo rapidamente ad impostare al meglio la fotocamera per i miei scopi: la possibilità di personalizzare ogni pulsante e di impostare completamente le modalità “custom” si rivela estremamente utile. Personalizzo la modalità custom C1 per fotografare gli uccelli in volo: tempo di scatto 1/2000s, iso automatici, autofocus continuo wide-tracking, riconoscimento soggetto attivato su “uccelli”, scatto a raffica 8 fotogrammi al secondo. Una seconda modalità custom, C2, è invece dedicata alla fotografia più statica, di ritratto: tempo di scatto 1/500s, iso automatici, autofocus continuo impostato su punto singolo centrale, riconoscimento del soggetto ancora attivato su “uccelli”, scatto singolo. In questo modo posso passare da una modalità all’altra semplicemente ruotando una ghiera, senza entrare nei menù per modificare le impostazioni. Il pulsante af-on sul retro della fotocamera è impostato ad af-lock: ovvero premendo questo pulsante ho la possibilità di bloccare l’autofocus (normalmente impostato in modalità continua) ed evitare che la fotocamera rimetta a fuoco fino ad una successiva pressione del pulsante. Se devo fotografare un uccello su una roccia quindi mi limito a lasciare che il riconoscimento del soggetto riconosca l’occhio, dopo di che blocco l’autofocus con il tasto af-on e posso effettuare una sequenza di scatti senza dovermi più preoccupare della messa a fuoco. Se il soggetto si sposta una leggera pressione del tasto af-on attiva nuovamente l’autofocus ed il riconoscimento dell’occhio. Una modalità di lavoro sorprendentemente rapida ed efficiente. Nonostante la curiosità mi porti ad utilizzare di quando in quando la sorprendente raffica a 40fps, non fa parte della mia filosofia di lavoro un numero eccessivo di scatti in raffica, quindi trovo molto utile personalizzare la raffica ad un valore più basso. L’otturatore elettronico si rivela preciso e silenzioso, con totale assenza di distorsione. Nel complesso, è un piacere lavorare con questa nuova fotocamera, che trovo rapida e precisa. La qualità delle immagini è sorprendente anche ad iso elevati ed il mirino è virtualmente black-out free. L’impressione è che questa attrezzatura sia pensata per fare ciò che deve senza frapporsi tra il fotografo e il soggetto, togliendogli concentrazione. Esattamente quello di cui ho bisogno per potermi concentrare sui miei volatili e sui suoni e ritmi della Natura.
Dopo sette giorni è il momento di ripartire. Scrivo queste righe a Manchester, in aeroporto, nell’attesa del volo di ritorno. Non vedo l’ora di arrivare a casa e verificare al computer se le mie aspettative saranno confermate. Credo di aver fatto un buon lavoro, realizzando immagini intime e di dettaglio insieme a scatti più ampi, comportamentali e d’azione. Spero di essere riuscito a comunicare attraverso le mie immagini l’emozione immensa che ho provato trovandomi ancora nella Natura, a tu per tu con creature così belle e armoniose, capaci di emozionare con il loro sguardo e la loro poetica danza d’amore. C’è un motivo se da 17 anni la fotografia di Natura è la mia vita: questo senso di pienezza. La pace, la serenità e la completezza che provo dopo qualche giorno di immersione nel mondo selvaggio non ha eguali. Visti dal punto di vista di questi uccelli, nel più grande schema della Natura, i nostri affanni, le nostre preoccupazioni e aspettative sembrano marginali. C’è un’armonia e una pienezza nel semplice incrociarsi del becco di questi uccelli che sfugge alle nostre vite super impegnate. “La Natura è una grande maestra, e bisogna tornarci ogni tanto a prendere lezioni”.
Testo e Foto di Simone Sbaraglia
2022
1 comment
I am also passionate about northern gannets. I first had the chance to observe them in Brittany about twenty years ago, on Rouzic Island, which is part of the Sept Îles nature reserve off the coast of Perros-Guirec. Since then, I’ve returned several times, and it’s a place I deeply love. Access to the island is strictly prohibited to protect the colony, but it can be approached by boat to admire the spectacle from the sea. On this rocky islet live 18,000 northern gannets (Fous de Bassan), the only colony in Europe of these pelagic birds, which return each February to nest along the Pink Granite Coast after spending the winter under the African sun. Every year, the gannets come back from February until the end of summer for their breeding season.